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L’OPAC SBN si è recentemente aggiornato, ed è piacevole osservare che prende in considerazione come un catalogo, ormai, possa dirsi efficiente se a disposizione di chi lo consulta non mette solo delle informazioni ma anche i mezzi per servirsene1. Al di là della veste grafica e di tutte le novità introdotte, per ora mi preme sottolineare alcuni aspetti, forse non tutti dovuti alla nuova versione. Tuttavia che siano eredità della versione vecchia o frutto della nuova livrea, la loro pertinenza non cambia.

Osservazioni

Nella ricerca monocampo, in home page, vengono presentati “suggerimenti”, basati sulle ricerche effettuate dagli utenti.2

Partendo dall’inizio, lanciare una ricerca, constato che questa novità ancora non mi è risultata utile: io e gli altri utenti non sembriamo proprio in sintonia.

Ricerca dell'utente e suggerimenti del sito: detlef hei... heidegger

Fatto curioso, il campo di ricerca è case sensitive (ossia distingue tra maiuscole e minuscole, quindi A≠a).

Ricerca dell'utente e suggerimenti del sito: Giulio Bor... giulio I suggerimenti usando le maiuscole.

Ricerca dell'utente e suggerimenti del sito, ma senza le maiuscole: giulio bor... borromeo carlo I suggerimenti usando le minuscole, senza sorprese più numerosi.

Svolta la ricerca, i risultati possono essere stampati o inviati a un dato indirizzo di posta elettronica, sia quelli selezionati, sia tutti i risultati, senza doverli selezionare tutti, uno dopo l’altro. Scegliendo Stampa si ottiene una visualizzazione spoglia, che, a seconda delle possibilità che offre il vostro computer, può essere anche salvata come documento pdf.

Visualizzare, stampare, inviare le schede

Phyllis Dearborn Massar, Felice Giani Drawings at the Copper-Hewitt Museum La visualizzazione per la stampa.

Un pdf a partire dalla visualizzazione per la stampa Farne un documento pdf, in Mac OS X.

Ottimo, eppure qualcosa, manca già ad una prima occhiata. Un dettaglio, ma niente affatto inutile: un tasto che selezioni tutti i risultati della pagina; eventualmente, si possono poi rimuovere dalla lista due o tre titoli ed scegliere così sette schede su dieci con quattro gesti. Una miglioria che, spero, apparirà.

Al di là dei risultati, una ricerca mostra anche una serie di filtri, a destra, dove sono anche i numeri delle pagine (i numeri forse sono poco messi in evidenza), utili sia per raffinare la ricerca che per allargarla.

I filtri, a destra

È sempre lo stesso sito, ho solo cambiato le opzioni di visualizzazione, premendo sulla A bianca su sfondo nero che vedere sopra al logo del Mibac</abbr>.</i>

Punti critici

Un catalogo, lo dicevamo, deve anche permettere a chi lo consulta di usare le informazioni, ed abbiamo già visto come qualcosa sia previsto a questo scopo, ma non si tratta dell’unico aspetto da segnalare in merito.

Viene offerta la possibilità di costruire bibliografie con strumenti quali Endnote, Refworks, etc.

Questa è una delle novità segnalate. Io già sentii parlare di Refworks, e persino aprii un conto. Ma all’epoca non ne avevo bisogno ed era uno strumento largamente al di sopra delle mie necessità. Qualche lettore usa uno dei due programmi citati? Endnote è un programma per Windows e Mac, a pagamento. RefWorks è, analogamente, un servizio a pagamento, ma in linea. Molti possono accedervi grazie agli abbonamenti che spesso scelgono di sottoscrivere le istituzioni (nel mio caso fu tramite l’università)3.

Trovo lodevole che si sia voluto facilitare il lavoro dei ricercatori. Sono perplesso, tuttavia, per la scelta, da parte di un’istituzione pubblica, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, di fornire strumenti specificamente concepiti per un soggetto privato e commerciale, Endnote e Refworks. Questi due, infatti, non sono gli unici sistemi di catalogazione di riferimenti bibliografici: ho già parlato di Bookends (qui e qui) e spero di avere modo in futuro di segnalare Mendeley (che, per esempio, usa Sergio Momesso). Il nuovo OPAC SBN, dunque, sembra favorire due soggetti, privati e commerciali, tra i varii esistenti, turbando la concorrenza nel settore. Questo fa purtroppo di una scelta nata da una preoccupazione giusta ed alimentata da buone intenzioni una decisione critica e criticabile. Eppure questa non è e non vuole essere una critica all’ICCU</abbr>, l’istituzione responsabile dell’OPAC SBN, che non è il solo soggetto ad essersi mostrato un po’ impacciato in questi ambiti4.

Come conciliare diversamente la volontà di aiutare il lavoro dei ricercatori ed i doveri di terzietà ed imparzialità di una istituzione pubblica? In questo caso io credo che una buona soluzione sarebbe l’adozione di standard. Sta all’OPAC SBN ed ai suoi omologhi internazionali scegliere uno standard adatto, eventualmente tramite un dialogo con le parti in causa. In seguito sta ai singoli soggetti privati lavorare per piegare il formato scelto alle loro esigenze specifiche: tutti avrebbero pari possibilità, e sarebbe loro l’onere di lavorare per fornire un servizio migliore di quello dei concorrenti.

Lo dicevo, si tratta di una goffaggine che non va imputata esclusivamente all’ICCU, ma che riguarda quasi tutti gli attori pubblici più attivi oggi. Chi conosce l’entusiasmante progetto di Europeana avrà forse notato che anche questo sito è stato ridisegnato recentemente. Tra le novità, annunciate anche sul loro blog, mi ha colpito l’insistenza portata sul ruolo di Facebook (i riquadri rossi sono una mia evidenziatura).

Europana si fregia dell'integrazione di Facebook

E così analogamente, Europeana valorizza uno (due contando Twitter) degli attori commerciali che esistono nell’ambito dei social network (cito solo tre rivali, tra i meno noti: Identi.ca, Diaspora e Quora).

L’argomento è vasto ed ancora poco esplorato, ed una riflessione approfondita in questi ambiti sembra appena iniziata: la presa di posizione del Conseil Supérieur pour l’Audiovisuel francese ha sorpreso, ma deve fare riflettere, noi tutti. I social network sono aziende come le altre, e se non viene fatto per riportare una notizia, nominarli equivale a pubblicizzarli.

Da ultima, una spiegazione. Tra poche righe, in coda a quest’articolo, viene offerta la possibilità di condividere quest’articolo tramite Facebook e Twitter: pubblicità, selta inopportuna? Sicuramente opzione sgradita, a me innanzi tutto, che non l’ho scelta. Quel che ho scelto è stato il tema di Wordpress per il mio blog, basandomi su altri parametri, e solo dopo ho scoperto che questo comportava anche i tasti in questione: a differenza dell’ICCU e di Europeana, non ho lavorato per avere questa funzione. Modificherei il tema per eliminarli, e per apportare qualche altra miglioria al blog, ma per averne la possibilità dovrei pagare una certa cifra a Wordpress, e oltre che tempo ed energie non ho (ancora?) deciso di investire finanze in Zeriuno.

Giovedì 3 Novembre 2011

Tutto diventa più semplice quando viene spiegato: basta deselezionare una casella al momento della pubblicazione! <div class="footnotes">


  1. Eppure un catalogo inefficiente purchessia è sempre meglio di un catalogo perfetto che non sia. ↩
  2. Questa citazione e la seguente riportano delle parole del documento che presenta le novità del portale ↩
  3. Osservazione a margine ma non del tutto marginale: prima di contare su questo strumento e analoghi per il proprio lavoro, è bene porsi delle domande in quanto alla durata dell’accessibilità ai dati. Questo annuncio non è che falsamente rassicurante. ↩
  4. Nell’ambito delle applicazioni per telefoni cellulari, per esempio, non si contano le iniziative di istituzioni pubbliche che, con un comportamento dal poco consapevole al colpevole, preferiscono un sistema operativo ad un altro. ↩

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