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A proposito della programmazione culturale

Pubblicato il 24 . 01 . 2013
This was not an easy decision. I love this orchestra and therefore wanted to tell them my decision as early as possible. I deeply hope that this will give them enough time to start new plans.

Ho letto qualche giorno fa la notizia: Simon Rattle lascia i Berliner Philharmoniker (e lo annuncia in maniera divertente ed umoristica). L’annuncio mi sembrava riguardare il futuro imminente, mentre il direttore d’orchestra ha parlato del suo futuro dopo la fine del contratto che lo lega attualmente all’orchestra, ossia di quel che accadrà dopo l’estate del 2018. Cinque anni di anticipo per programmare le iniziative future: I deeply hope that this will give them enough time to start new plans., ed in effetti i Berliner programmano già al di là di questa data, come emerge dalla risposta alla dichiarazione di Simon Rattle:

We look forward to many exciting projects which are already in the planning stage.

Indubbiamente un esempio sorprendente di lungimiranza, della tanto invocata programmazione sul lungo termine, in contrasto con quanto avviene in altre istituzioni culturali. L’Institut du Monde Arabe del quale la Corte dei Conti francese ha recentemente sottolineato (inter alia) la programmazione tardiva è soltanto uno dei numerosi esempi della rarità di questo comportamento virtuoso.