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Il valore dei libri elettronici

Pubblicato il 08 . 01 . 2013

La recensione della mostra sui disegni di Simone Peterzano scritta da Benedetta Spadaccini mi ha fatto ricordare una frase che, qualche mese fa, mi aveva colpito.

Il Corriere della sera aveva interrogato Maria Teresa Fiorio a proposito dell’avventata attribuzione dei disegni a Caravaggio, riportandone le esemplari affermazioni, serie e misurate. Un’espressione tuttavia risultava formulata in maniera infelice, probabilmente per via della complicità della parafrasi giornalistica.

Uno studioso serio non fa un ebook, studia i disegni e li pubblica nelle sedi appropriate.

Il pensiero soggiacente è evidente: di fronte ad un’operazione improvvisata, di minima qualità tipografica, probabilmente non scevra da intenti mercantili, l’ex direttrice delle Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco sottolineava il valore dello studio, che si prolunga nel tempo e che si nutre di confronti all’interno della comunità scientifica.

È altrettanto chiaro che un secondo signficato che si potrebbe prestare a questa frase la renderebbe non più condivisibile: un libro elettronico (o e-book) può senza alcun problema accogliere un lavoro scientifico di primo piano; carta ed inchiostro non sono condizioni necessarie (e neppure sufficienti) perché una pubblicazione sia scientificamente valida, in quest’ambito contano le idee e la loro formulazione, non la confezione materiale che viene data alle parole.

Dopo due edizioni cartacee, il catalogo dei timbri dei collezionisti di disegni e stampe, il Lugt, ha adottato il formato elettronico. Una scelta intelligente, di Mària van Berge-Gerbaud, voluta da Peter Fuhring e consigliata da Anthony Griffits, certamente degli studiosi seri. Così facendo la Fondation Custodia potrà garantire l’aggiornamento continuo del catalogo ed il suo accrescimento, in tempi più contenuti dei decenni che sono stati necessari sino ad ora e, più importante ancora, questa soluzione ha permesso la pubblicazione dell’opera, un’operazione altrimenti finanziariamente quasi impossibile (più di sei tomi sarebbero stati necessari). Una pubblicazione elettronica può essere seria quanto ogni altra, e perché meno onerosa può valere più di una pubblicazione cartacea.